quante storie, i bambini li hanno fatti tutti!
La cosa che mi ha più scioccato del diventare mamma è stato il fatto che non fosse tutto rose e fiori: anzi, all’inizio devo dire che è stato davvero un po’ uno schifo.
Ah, mi pare giusto informarvi in anticipo che questo post è la mia personale testimonianza della maternità, e non è tutta un “guarderei il mio bambino dormire tutto il giorno” o “lo amo così tanto che ne vale la pena”, anzi.
Se sei una di quelle mamme che si è innamorata del suo bambino immediatamente e che ha vissuto sin dai primi giorni con lui in uno stato di grazia, con un alone rosa attorno al campo visivo, che manco un filtro instagram e facetune: ti invidio.
Ma probabilmente questo post non fa per te. E potrebbe forse triggerarti o farti arrabbiare.
Ma qui si parla di emozioni personali, e non sono sindacabili o negoziabili, sono così e basta, non posso cambiarle per farti piacere.
Donna avvisata mezza salvata.
Probabilmente a questo punto avrete il sopracciglio alzato, della serie “noi-donne-facciamo-bambini-dalla-notte-dei-tempi-e-tu-ti-lamenti-come-se-fossi-l’unica-ad-aver-mai-fatto-un-figlio”, lo so, lo so, me lo sono sentito dire da molte “mamme dall’orgoglio adamantino” però è anche vero che è sempre stato dato per scontato che la donna si sacrificasse in tutto alla nascita del figlio, e che fosse naturale, mentre al papà rimaneva garantita una normale vita sociale.
In più si suppone che debba farlo mantenendo un certo decoro esteriore, e assolutamente stando ZITTA.
Ecco, è questo il mio problema: non so stare zitta, e ve ne sarete ben accorti.
Scrivo questo post per le donne come me, che hanno voluto fortemente un figlio, o alle quali è capitato e basta, che si sono trovate immediatamente dopo il parto a pansare “oddio, che cosa ho fatto?”
e lo scrivo perchè ho passato i primi mesi di vita del mio bambino a sentirmi in colpa, a sentirmi onestamente una “madre di mer*a”, perchè non ero felice di una situazione che altre donne pagherebbero per affrontare.
Lo scrivo perchè ad un certo punto, aprendomi online, parlandone con la mia community, ho scoperto che non ero sola. Anzi, che di mamme come me era pieno il mondo. Anzi, che le mamme come me erano probabilmente la maggior parte.
Ma non lo dicevano.
Perchè si vergogano, come mi vergognavo anche io, dato che la società dipinge la maternità in toni pastello con applicazioni di farfalline ed arcobaleni.
Perchè “i figli si fanno da sempre, quante storie che fai!”
Bene, dato che, come abbiamo appurato non so stare zitta, dirò una grande verità: la maternità dei primi mesi può fare davvero schifo. E non sei una cattiva madre se lo pensi.
Nessuno ti dice che potresti non amare immediatamente il tuo bambino al corso preparto, o che allattare sia la cosa meno dignitosa del mondo il primo periodo, che gli ormoni ti faranno fare pensieri strani ed autodistruttivi, che avrai un aspetto para-umano molto lontano dalle pubblicità della pampers.
Nessuno lo dice perchè “non sta bene”, ma è tutto vero: tranquilla, sei normale, non sei una cattiva mamma, ed è solo la fase iniziale, non disperarti.
Sono persino arrivata a capire il motivo di questa aberrazione prospettica dettata dalla nostra società: ti arriva all’improvviso (sì, diciamo “all’improvviso”) un esserino piccolino, fragile ed a tratti adorabile, che la maggior parte del tempo ti trapana il cranio a forza di urla, sporca ogni tuo vestito pulito di vomitini e cacchine sante, quando dorme ti dorme ADDOSSO, che vuole il tuo seno, che non vuole il tuo seno, che si sveglia ogni 20 minuti la notte.
E poi mettici ragadi, montata lattea, il fatto che hai ancora la pancia di una gravida (eh sì, non sparisce in una giornata), che ti fa male far pipì, che non riesci a star seduta per bene perchè lì sotto è successo di tutto, che puzzi continuamente di latte cagliato, che gli ormoni giocano a ping pong nel tuo cervello, che non hai nessun vestito che ti stia perchè quelli premaman stanno larghi e quelli di prima “ciao, ci rivediamo tra 3-6 mesi”.
Ecco, credo che la società tenda ad indorare un po’ la pillola per paura dell’estizione della razza umana.
E poi, visto che ad un certo punto la gioia travolgente della maternità che aspettavi, arriva (lo garantisco io, arriva, tranquille), il tuo cervello cerca di dimenticare quelle sensazioni di terribile disagio che ti facevano sentire in colpa, e delle quali non hai mai parlato a nessuno perchè “non volevi fare tante storie”, ed ecco lì che nasce la favoletta del “fare un bambino è una cosa meravigliosa” che ti raccontano le ostetriche al corso preparto.
Sapete io invece cosa avrei voluto che mi dicessero tipo dal quinto mese di gravidanza in poi al corso preparto?
Ok cara: il parto fa malissimo, niente balle. Le storie sul “gestire il dolore in modo naturale”? Sì, qualcuna ci riesce, la maggior parte invece maledice il marito e tutti i suoi antenati, a volte lo picchia e lo morde. Le prime settimane? Saranno terribili, tanto che ti accorgerai che parto e travaglio sono la parte più facile. Sarai così stanca che anche farti il bidet di peserà terribilmente, piangerai anche per la pubblicità della carta igienica, saresti disposta a pagare per una serata “normale” davanti alla tv, avrai costantemente le mani impegnate a tenere quella cosetta piccina ed urlante.
Probabilmente litigherai con il tuo compagno, perchè lui ha letto cose, e tu sai dove vorresti infilargli i suoi libri di pedagogia? Ti farai un sacco di nervoso perchè gente che tra un po’ manco ti saluta per strada vorrà venire a casa tua a qualsiasi ora per “vedere il bambino”, manco fosse un pezzo da museo, a TOCCARLO con mani non lavate, e a darti tutti i consigli che loro ritengono SUPER INNOVATIVI e per niente fuori luogo, del tipo “nooo, non lo prendere in braccio sennò si vizia”.
Ma andrà meglio, devi solo resistere.
Perchè la situazione davvero migliora!
Per me sono stati tre mesi di tribolazioni, c’è chi ne passa solo uno o nove, ma poi arriva il momento in cui tutto ti sembrerà più facile, quello nel quale avrai più tempo per te, nel quale sentirai una connessione con il tuo bambino, ed inizierai ad essere a tuo agio con il fatto di essere mamma.
Io avrei davvero voluto che certe cose mi venissero dette: mi sarei preparata e mi sarei fatta almeno la metà dei sensi di colpa.
Quindi spero di essere stata utile a qualcuna di voi, e di avervi strappato un sorriso con la mia esperienza